Il maschilismo nel Femdom

Trovo imbarazzante, al giorno d’oggi, il non poter liberamente parlare di sesso o di sessualità in generale, in quanto, altrimenti, si venga etichettate come “prostitute”. Noi Domine non siamo angeli casti e puri senza voglie sessuali, ogni Dominante ha la propria vita ed è libera di scegliersi anche decine di uomini (o donne) da portarsi a letto. Anzi, proprio in quanto Dominante, ritengo alquanto sgradevole un giudizio basato sulla mia felice attività sessuale.

Anche perché sono splendida, e merito di essere servita, a prescindere da ciò che faccio con chi voglio nel mio letto.

Volete la Mistress casta e pura? Forse avete sbagliato secolo.

Detto ciò, non siete autorizzati a propormi incontri di quel tipo: “Beh, perché, Mistress? Non voleva scopare liberamente?”

Certo che sì, miei cari. Ma non con voi. Neanche per soldi.

Lady Phoenix

Intervistate da Padrona Claudia

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Io e Delvia Sovrani siamo state intervistate dalla celebre Padrona Claudia: non la conoscete ancora? Cos’è, vivete fuori dal mondo? Claudia è una delle Dom più famose e intriganti d’Italia, Donna di carattere, acculturata, intelligente e divertente. Per cui, io e Delvia siamo state più che liete di chiacchierare con lei, per poi rendervi partecipi di questa mirabolante intervista.

Correte ad ascoltarla, vi lascio il link: https://t.co/JmVFyjha0K?amp=1

Lady Phoenix

Beautiful monster

Alza gli occhi. Codardo, alza gli occhi. Affronta i tuoi demoni. Puoi farcela? Sì che puoi farcela. Il mostro è lì. Bellissimo, con quello sguardo da sadica donna in carriera. Biondi i suoi capelli lunghi e mossi, la perfetta cornice di un volto ammaliante. Guarda il mostro, codardo. Lo puoi affrontare.
No.

No.

NO! 

Cioè, sì che puoi, ma non vuoi. Non vuoi perché il mostro sa come accarezzarti. Sei tormentato. Un cuore scosso, come una zattera fra le onde di un mare in tempesta, troppo selvaggio per essere domato, superato, controllato. Acque scure come i suoi occhi. Nei quali ti perdi. Odi et amo, e sai che non puoi staccarti. Sarebbe come estrarre gli organi da un corpo esanime. Lo condanneresti a morte. Toglieresti il respiro ad un cuore stanco.
Forza, codardo. Tirati indietro, se ci riesci. Sai che tornerai dal mostro, per farti accarezzare dalle sue lunghe unghie smaltate. Il mostro parla al posto tuo, nella tua testa. Ha fecondato i tuoi pensieri. La sua voce rimbomba dentro te.

Lady Phoenix

They all come back – Tutti tornano

Già.

Tutti, uno dopo l’altro. Anche coloro che si erano ripromessi di vincere questa irresistibile voglia di servirmi, di viziarmi, di donarmi TUTTO.

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E non solo. Torna anche il devoto dal viaggio di lavoro, che per mesi non ha potuto inginocchiarsi. Torna l’uomo d’affari che senza di me non saprebbe come andare avanti. Torna il gigante buono, il GGG.

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Vuoi veramente resistere, tu che leggi tutto d’un fiato le mie parole? Sai che è un tiro alla fune che non puoi vincere. Tu sei un perdente. un LOSER. Ma, come disse Billie Joe Armstrong, “Non c’è niente di male con l’essere un perdente, tutto dipende da quanto bravo sei nell’esserlo.”.

E tu?

Quanto sprofonderai nella tua paura inutile, ancora, prima di scivolare nella mia morsa accogliente?

Lady Phoenix

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Dignitas

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“Dignitas”, compostezza, decoro, considerazione di nobiltà. Dal latino “dignus” (degno), dal greco “axios”, che vuol dire al tempo stesso “degno” e “assioma”. Ma cosa c’entra un assioma con la nostra Dignitas?

Un assioma è una verità evidente ed esplicita, un valore intrinseco che scaturisce dalla propria umanità, nello stesso identico modo in cui lo è la dignità. L’indimostrabile, intima e pura nobiltà d’animo di un essere umano. Cosa accade quando questo pilastro viene a mancare?

Questa volta non è la suprema intelligenza che mi porta a scrivere, bensì (purtroppo) il vuoto cosmico di alcuni “profili virtuali”, i quali pensano di poter esprimere opinioni non richieste e irrispettose, mal celandole, come se fossero “consigli”.

Non ho mai nascosto le mie curve morbide e sensuali, mai lo farò. Le corbellerie digitate da qualche dottore improvvisato non mi sfiorano, anzi, sono ottime per appuntare qualche riflessione.

Una Mistress non è una Donna stereotipata. La varietà di questo mondo dovrebbe insegnarci che l’essere Dominanti non ha nulla a che vedere con ciò che la Natura ci ha donato. I tratti somatici e il fisico non sono scelte nella maggior parte dei casi.

Dunque si parla di rispetto, questo termine a tanti sconosciuto, e non di gusti: che uno slave (ma, anche qui, spesso chi commette critiche non richieste non è affatto un sottomesso) possa preferire un certo fisico è più che normale, esistono persone che danno molta importanza non tanto al portamento quanto alla fisionomia. Ci può stare, se non si sfocia nella maleducazione mancando di rispetto ad una Donna che ha commesso il crimine di non rappresentare il piacere per chi guarda (Mea culpa, Mea culpa, Mea maxima culpa!).

 

Non obbligo nessuno a servirmi, né ad aggiugermi ai contatti. Ma pretendo, come tutti, rispetto. Lo ribadirò continuamente: prima di essere Dominanti o sottomessi, siamo persone, e dietro ad ognuno di noi ci può essere una storia da raccontare. Meravigliosa, carica di luci, ma con venature scure, perché tutti sappiamo che dietro agli angoli impervi della vita si celano i pericoli.

Le piaghe colpiscono a prescindere dal ruolo che ci viene assegnato dalla nostra componente genetica; chiunque può subire sfortune o, addirittura, grandi disagi.

Non importa aver subìto, l’apertura mentale di un individuo permette a costui di rapportarsi con qualunque essere umano provvisto di intelligenza e di cultura. Senza il rispetto e l’educazione, si sgretolerebbe la nostra realtà. Diventeremmo semplici icone da giudicare, corpi in vetrina da ammirare o disprezzare a seconda del nostro mood giornaliero. In un mondo senza pilastri, come possiamo costruire un tempio?

“Non incontrerai mai due volti assolutamente identici. Non importa la bellezza o la bruttezza: queste cose sono relative. Ciascun volto è il simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto. È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per se stessi.” (Tahar Ben Jelloun)

Lady Phoenix

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Sick like ME

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Is it sick of me

To need control of you

Is it sick to make

You beg the way I do

Is it sick of me

To want you crawling on your knees

Is it sick to say

I want you biting down on me

Are you sick like me?

Am I beautiful

As I tear you to pieces

Am I beautiful

Even at my ugliest, you always say

I’m beautiful

As you tear me to pieces

You are beautiful

Even at your ugliest, I always say

You’re beautiful and sick like me

Is it sick of me

To feed the animal in you

Is it sick to say

I teaze the hunter like I do

Is it sick of me

To watch the wicked way you thrill

Is it sick to say

That I live to break your will

Am I beautiful

As I tear you to pieces

Am I beautiful

Even at my ugliest, you always say

I’m beautiful

As you tear me to pieces

You are beautiful

Even at your ugliest, I always say

You’re beautiful and sick like me

Am I beautiful

As I tear you to pieces

Am I beautiful

Even at my ugliest, you always say

I’m beautiful

As you tear me to pieces

You are beautiful

Even at your ugliest, I always say

You’re beautiful and sick like me

Sembra che Maria Brink abbia scritto questa canzone proprio per noi… perché non importa quanto io sia struccata, senza tacchi, con un semplice vestitino addosso…

Io sono vestita della mia essenza.

Entri nella casa di marzapane attirato dal suo odore, non sapendo che è una trappola.

Vieni cotto a puntino da una strega sensuale e sinuosa, nessuna ragazzina intelligente mi farà bruciare, perché il fuoco non può farmi male. Le fiamme corrono attraverso le mie membra, guizzano sul tuo volto mentre ti sfioro.

Il bambino abbandonato da tutti viene accolto dalla strega, il finale di una fiaba può sempre cambiare. Niente è davvero scritto, nulla è deciso, se non la MIA parola.

Perché l’accetti come una moglie all’altare, sposi la mia legge con passione. 

Eri già mio prima ancora che lo sapessi e nulla ti ha potuto fermare.

Lady Phoenix

Big Bad Wolf

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Nel bosco, Cappuccetto Rosso si perse a raccogliere fiorellini. Del resto, chi manderebbe una bambina da sola in un posto simile?

Chi non si approfitterebbe di una piccola creatura fintamente indifesa che raccoglie margherite, tutta sola in un luogo buio e tetro? Quale lupo non le si avvicinerebbe, nascondendo astutamente gli artigli?

Vedendomi, forse, chiunque penserebbe di trovarsi davanti una creatura sensuale ma angelica… di cui approfittarsi, vista la giovane età e l’aura così colorata.

Il lupo si avvicina, mormora all’orecchio della creatura. Ce l’ha in pugno, lo sente. In fondo, tante come lei si sono fatte sbranare dalle sue fauci; come splendide farfalle si sono mostrate ad altri, vivendo quel poco che basta per non lasciare segni…

La bambina, però, si volta. Occhi scuri, penetranti, un viso severo, accigliato. Il lupo è sorpreso, sembrava molto più giovane e meno indifesa. “Un osso duro, una preda più ambita”…

Questo è ciò che penserebbe qualsiasi lupo, rimasto solo con me, senza vedere i miei artigli, molto più lunghi e acuminati dei suoi. Intrisi di veleno, letali se usati per autodifesa.

Hanno pensato di poter soverchiare la gerarchia solo perché sembravo una giovane inesperta alla ricerca della sua vera vocazione.

Non potevano sbagliarsi maggiormente.

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Ovviamente il lupo, ferito nell’orgoglio (e non solo), fugge via il più velocemente possibile e prima che io voglia effettivamente mandarlo dove merita. La paura lo rende nervoso, forse anche un po’ aggressivo. Ha trovato una semplice “ragazzina” capace di tenergli testa, di dominarlo, anche contro la sua volontà, e questo lo intimorisce. Lo confonde.

Pensava di essere il re del bosco tetro, colui che tutto poteva controllare, ma si è trovato intrappolato tra le mie catene, senza poter guardare ciò a cui davvero ambiva…

Guaisce, il lupo oltraggiato, a stomaco vuoto, mentre si lecca le ferite.

Sorride, con malizia, Cappuccetto, mentre inclina la nuca da un lato per osservarlo mentre fugge. Povero illuso.

E qui sostengo… beato che rispetta la mia essenza, perché potrà godere di privilegi che altri si sognano la notte.

Lady Phoenix

Servire.

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“Miss, io la omaggerò leccandole i piedini”.

Orrore! “What do your Elf eyes see?”

Facile seguire le proprie pulsioni, soprattutto quando c’è in ballo qualcosa di davvero importante. Pensate alla vostra lingua sotto le mie piante, il loro odore, la loro morbidezza… il solo pensiero brucia la vostra razionalità.

Servire, dunque, significa fare i propri porci comodi?

Oppure adorare e venerare chi, davanti a voi, segna il vostro cammino con quella voce soave che vi ha spinti nell’oblio?

Servire è esserci. Prostrarsi ai miei piedi e supplicare di poter essere nel mio giogo solo ed esclusivamente per il MIO integro godimento. Perché se sono felice io… lo siete anche voi.

E, al tempo stesso, anche dominare è esserci. Raccogliere piccoli omuncoli senza una vera vita sotto ali immense, in un abbraccio verosimilmente oscuro… quando lo si vede da fuori, sembra la peggiore delle violenze, il degrado visto con occhi ingenui. Ma voi sapete.

Voi, in quell’abbraccio, ci siete entrati.

Vi è bastato un attimo, avete visto la luce. Avete chiuso gli occhi, spalancato le braccia e sollevato le stanche membra al sole, lasciando che fosse la mia luminosità a colmarvi. Per una volta, per un misero istante, vi siete sentiti parte di qualcosa.

Utili.

E il cosmo ha improvvisamente ricominciato a brillare, a girare, a vorticare per voi, inghiottendo la vostra carne nuova nelle sue fauci sempre affamate, sempre insaziabili.

Sono Colei che afferra per distruggere, e poi nuovamente creare.

Sono per voi la Creazione, la Dea Madre. Radice del vostro passato incompreso, unguento sulle ferite inferte da quell’ignoranza che vi ha emarginati, che vi costringe come un mostro mascherato, ogni giorno, a trasformarvi in ciò che non sarete mai.

Uomini grigi, pendolari di un treno sul quale non dovreste salire.

 

Lady Phoenix

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Angelo diabolico

Tante volte, davanti ad un mio sorriso, sono caduti a terra possenti colossi, che pensavano di trovare mitezza, un cuore aperto, forse..

Non potevano sbagliarsi in modo peggiore.

Labbra rosse come il sangue, irresistibili, danno parvenza di candore, alloggiando su un viso bianco. Ingannano, proprio come quei fiori dai bei colori sgargianti che attendono le incaute prede, per poterle divorare.

Lo sguardo dovrebbe essere il vostro primo campanello d’allarme. Tanta determinazione… tanta eleganza… come possono non permettermi di ottenere tutto ciò che voglio? Così fanno, povera preda mia…

D’un tratto, il tuo unico pensiero divento io. La mia voce forte, profonda. Il mio sguardo che come una ragnatela ha intrappolato te, moscerino. La mia imponenza, la mia aura ti costringe in ginocchio, talvolta sui sassi, talvolta sui granelli di sale grosso… e la tua devozione ti spinge a mandarmi una foto, umiliato, prostrato, senza più dignità, per mostrarmi che avevo ragione… che non puoi più scappare da te stesso.

Ma sei felice. Felice come non lo sei mai stato. E la cosa che ti atterrisce è che senza di me, senza le mie attenzioni, tu non potrai più esserlo. Sei libero davvero proprio quando ti tengo alla catena, perché sei te stesso.

E sei mio. Fino alla fine dei tuoi giorni.

Lady Phoenix

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Dante e Virgilio

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Dante, smarrita la retta via, si ritrova all’inferno; davanti a lui, tre belve gli sbarrano la strada.

Uno slave senza collare è proprio come Dante… senza un mentore, senza il severo Virgilio.. come avrebbe affrontato questo suo lungo viaggio?

Sin da giovane, ho sempre comandato a bacchetta le vite altrui, perché rendere perfetta la mia non mi bastava. Il mio sguardo, la mia voce, il mio atteggiamento… tutto tradiva un’indole superiore e imperativa.

Sono sempre stata colei che teneva le redini in mano, facendo sgobbare gli altri, facendoli sudare anche solo per un cenno d’approvazione. Ciò che non mi piaceva, veniva esiliato ed escluso dalla mia vita movimentata. Chi non stava al mio passo, si perdeva nella sua lugubre selva oscura.

Sono esigente; ho delle regole ben precise e detesto approcci plebei. Non sono l’ennesimo mattone di un muro… e forse nemmeno voi. Ma, per dimostrarmelo, la scalata sarà ardua e impegnativa. Ciò che ti rende felice, non è mai in fondo ad una qualunque discesa.

Sono più che severa, il mio tempo è prezioso. Chi non mi porta rispetto, non merita considerazione.

Sono sadica… amo infliggere dolore, umiliare e deridere chi non ha avuto il polso adatto per conoscere la retta via e imparare a destreggiarsi nella peggiore selva oscura… Senza di me siete persi, siete solo rametti spezzati in attesa di essere bruciati.

Lady Phoenix

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